Il melograno è una pianta appartenente alla famiglia delle Punicacee, originaria del Medio Oriente e dell’Asia Sud Occidentale. Si è diffuso nel nostro paese all’epoca degli antichi Romani, i quali lo coltivavano nel loro ortum.
Questa pianta si adatta abbastanza bene a molte tipologie di clima e si può coltivare in Italia con buon successo, anche se è sempre necessario conoscere e monitorare gli insetti parassiti. Capire come difendere il melograno da insetti e malattie rimane comunque impegnativo, data la scarsità di ricerche e studi approfonditi a livello universitario. In questa sede vi forniamo indicazioni ben consolidare riguardo gli insetti nocivi al melograno.
In linea generale è opportuno sapere che la gran parte degli insetti descritti attaccano anche altre piante, pertanto in un frutteto misto è importante un controllo anche su queste, oltre che sugli alberi di melograno.
Tignola del melograno
(Virachola Isocrates)
La tignola o piralide del melograno è un lepidottero di origine orientale, che comincia ad esser presente anche in Italia. Questo insetto adulto è una farfalla notturna con ali di colore chiaro chiazzate, mentre la larva, responsabile dei danni al frutteto, è un bruco piuttosto peloso lungo fino a 2 cm. Questa piralide danneggia il melograno in fase larvale, mangiando varie parti di pianta tra cui il frutto.
Ci si può difendere in vari modi: puntando sulla cattura degli adulti tramite trappole alimentari tipo Tap Trap, trattando con bacillus thuringiensis contro le larve o impiegando insetticidi consentiti in coltivazione biologica (azadiractina, piretro).
Metcalfa
(Metcalfa pruinosa)
La metcalfa è un insetto di origine americana, giunto nel nostro paese intorno agli anni ’70 a causa degli scambi commerciali con questo continente. Si tratta di un insetto lungo circa 6-8 mm, di colore giallastro. I giovani sono bianchi e ricoperti da un abbondante secreto ceroso.
Il danno che porta questo parassita alla pianta di melograno è provocato sia dalle punture che l’insetto effettua cibandosi delle parti vegetali (foglie e germogli), ma anche e soprattutto dalla cera e dalla melata, che imbrattano tutta la pianta provocandole asfissia.
La lotta alla metcalfa non è quasi mai applicata direttamente, visto che per fortuna in natura sono naturalmente presenti vari predatori di questo insetto, i quali riescono a contenerne la presenza. In un contesto di coltivazione biologica sappiamo quanto è importante creare un ambiente ricco di biodiversità, proprio per favorire la presenza di insetti utili, che mantengano in equilibrio la presenza di eventuali specie nocive. Tra gli antagonisti della metcalfa si ricorda il più importante, l’Imenottero Neodrynus typhlocybae, che attacca gli stadi giovanili dell’insetto.
I casi di ampia infestazione di metcalfa sono dovuti soprattutto a pratiche agronomiche errate o all’intenso uso di prodotti fitosanitari di origine chimica, che uccidono i suoi nemici naturali. Purtroppo questo succede anche ad opera di altri agricoltori: un piccolo frutteto biologico potrebbe avere dei vicini di campo che fanno uso di pesticidi. Se così fosse, è bene intervenire il prima possibile con sapone di Marsiglia diluito, sia per ripulire la pianta dalla melata e dalla cera, sia per allontanare gli individui di metcalfa presenti. Una volta ripulita la pianta, nel caso fossero rimasti ancora degli individui, si può intervenire con azadiractina (olio di neem) oppure olio bianco.
Mosca bianca degli agrumi o Aleurodide fioccoso
(Aleurothrixus floccosus)
Nonostante il nome possa far pensare ad un insetto che mira ad attaccare solamente gli agrumi, in realtà sono stati riscontrati casi in cui questa mosca bianca attacca anche il melograno. Succede soprattutto in zone come la Sicilia, dove gli agrumeti sono molto comuni e stimolano quindi la diffusione dell’aleurodide.
Si tratta di un piccolo moscerino dal corpo bianco-giallognolo, lungo quasi 2 mm. Sia gli adulti che le forme giovanili sono ricoperti da una polvere cerosa biancastra. Questa forma nell’insetto giovane un intreccio filamentoso che tende ad assumere la forma di fiocchi, da cui il nome “Aleurodide fioccoso”. È proprio questa secrezione cerosa a provocare il maggior danno alla pianta di melograno, causando asfissia. Un altro tipo di danno, inoltre, è dato dalla nutrizione dell’insetto, il quale, cibandosi della linfa, provoca il deperimento vegetativo di tutta la pianta.
Anche in questo caso, la lotta biologica vede protagonista il sapone di Marsiglia diluito per rimuovere la gran parte della secrezione cerosa. Olio di neem e olio bianco rimangono comunque importanti, per lo stesso motivo spiegato per la metcalfa.
Afide del melograno
(Aphis punicae)
Questo afide è uno degli insetti nocivi al melograno più peculiare, il suo comportamento è simile a quello di altri afidi conosciuti nel frutteto, così come sono analoghi danni e metodi di difesa applicabili. L’afide del melograno è lungo 1,5 mm circa e ha un colore verde-giallastro lucido nella forma giovanile, nero in quella adulta. La sua infestazione inizia in primavera, proprio quando sbocciano i nuovi germogli. Gli accoppiamenti tra gli individui maschi e femmine, dovuti alle temperature e al clima favorevoli, causano il massimo aumento della popolazione fino alla fioritura.
L’afide del melograno produce un’abbondante melata che da una parte provoca asfissia alla pianta, dall’altra causa le cosiddette “ustioni”, ossia delle bruciature dovute agli intensi raggi solari estivi che, con “effetto lente”, impattano su questa sostanza semitrasparente. Inoltre, se la melata raggiunge i frutti provoca su di essi delle aree decolorate che deprezzano il prodotto destinato al consumo fresco.
Sebbene l’afide del melograno abbia molti nemici naturali, questi solitamente non riescono a limitarne la presenza e ciò lo rende uno degli insetti più nocivi al melograno. È comunque possibile intervenire con sapone di Marsiglia diluito, olio di neem o olio bianco. In piccoli contesti si possono provare anche macerati autoprodotti a base di ortica oppure aglio.
Rodilegno giallo
(Zeuzera pyrina)
Il rodilegno giallo, conosciuto come fitofago di varie piante, colpisce anche il melograno. L’adulto è una farfalla bianca puntellata di nero, mentre la larva, anch’essa puntellata di nero, ha un corpo prettamente giallo a cui prende l’insetto deve il nome.
Il danno è provocato dalle larve che si nutrono del legno, scavando gallerie nel cimale del melograno. Il rodilegno attacca sia i germogli che i rami, soprattutto quelli più giovani. I germogli seccano, i rami possono spezzarsi e cadere. La pianta è stressata e debilitata a livello generale, tanto da ridurre considerevolmente tutta l’attività vegetativa, compresa la produzione di frutti.
La lotta contro il rodilegno giallo è assai impegnativa, in quanto nessun prodotto biologico esistente riesce a penetrare il legno fino a raggiungere ed uccidere le larve. Per questo è bene tagliare e bruciare i rami colpiti, per quanto possibile, ma soprattutto mantenere i predatori naturali di questo insetto, come i nematodi Neoaplectana carpocapsae e Neoaplectana feltiae.
Un ottimo risultato di disinfestazione si ha anche con l’installazione di trappole a feromoni finalizzate alla cattura di massa: 5-10 trappole per ogni ettaro.
Autore dell’articolo dott.Francesco Giannetti, consulente agricolo.
Coltivare il melograno con metodo bio
Per coltivare il melograno con metodo biologico è importante non solo monitorare e contrastare i parassiti, ma soprattutto impostare terreno e nutrizione della pianta nel modo corretto. Scopriamo in generale tutti i consigli utili alla gestione di quest’albero fruttifero.
Il monitoraggio
Quando si tratta di insetti diventa vitale esser capaci di monitorare costantemente il frutteto e identificare possibili nemici della nostra pianta.
Questo è possibile solo con un minimo di conoscenza e con l’attenzione quotidiana, requisiti utili ad una buona coltivazione biologica.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!
Noti sui miei melograni (anche su altri alberi da frutta ma in minor quantità) la presenza di tantissime chiocciola e molto piccole e col guscio a cono che spesso si raffinano in gruppi in prossimità delle diramazioni.
Sapete dirmi di che si tratta e come combatterle?
Senza vedere non saprei dirti, potrebbero essere classiche lumache. Fanno danni?