Uno dei peggiori nemici dell’albero di melograno è la Virachola Isocrates, insetto fitofago che danneggia i frutti andando a mangiarsi i semini contenuti nei chicchi. Si tratta di un lepidottero di origine orientale, particolarmente diffuso in India ma che sporadicamente si incontra anche in Italia dove è conosciuto come tignola o piralide del melograno.
Nel frutteto familiare in genere non vengono tenuti più di uno o due alberi di melograno e non è particolarmente diffuso questo problema, che può rivelarsi invece molto nocivo per le coltivazioni più intensive. Questa nottua fortunatamente si riproduce meno velocemente di altri insetti, ma se non viene contrastata è comunque in grado di pregiudicare buona parte del raccolto.
Si tratta di un parassita abbastanza simile alla più conosciuta tignola orientale del pesco, anche in questo caso possiamo combatterla con bacillus thuringiensis, piretro e trappole Tap Trap.
Riconoscere la piralide del melograno
Per poter intervenire tempestivamente e salvare il raccolto con metodi naturali è utile saper riconoscere i problemi della pianta. Se si dovessero notare sull’albero di melograno delle larve oppure se si avvistano frequentemente falene che volano tra i rami è bene verificare che non sia arrivata questa tignola.
Aspetto del lepidottero
La tignola del melograno come tutti i lepidotteri si presenta in due forme ben distinte:
- Larva. Lo stato larvale è quello più temuto perché è il bruco a danneggiare direttamente il melograno. Le larve di piralide sono di colore marrone chiaro chiazzato di bianco, hanno un aspetto peloso e sono poco più grandi della cidia del pesco, raggiungono i due centimetri di lunghezza.
- Farfalla. Se è vero che la larva è pericolosa per il frutteto bisogna allarmarsi anche quando si avvista una falena di piralide. Il lepidottero adulto infatti è in grado di deporre decine di uova e può portare la diffusione del parassita. La tignola del melograno è una farfalla notturna lunga circa 1,5 centimetri, di color marrone molto chiaro, sulle ali si distinguono dei puntini appena più scuri uno vicino all’altro.
Danni al melograno
Questa tignola si riproduce meno velocemente di altri lepidotteri simili, formando solo una generazione all’anno. La falena vola a partire dalla fine primavera, depone le uova che dopo una decina di giorni sono schiuse dando vita alla larva. Il bruco resta attivo per quasi un mese in cui attacca parti di pianta. In particolare la piralide ama il frutto del melograno, nutrendosi dei semi. Oltre a rovinare la polpa dei chicchi in cui entra la lesione della buccia provoca frequentemente marciumi che compromettono l’intero pomo.
Come difendersi nel frutteto biologico
Insetticidi biologici. La tignola del melograno è un lepidottero e come tale può essere combattuto in agricoltura con insetticidi a base di piretro contro gli individui adulti e bacillus thuringiensis varietà kurstaki contro le larve. Mentre il bacillus è un batterio dalla tossicità quasi nulla e colpisce solo i giovani lepidotteri il piretro, pur avendo origine naturale ed essendo consentito in agricoltura biologica, deve essere usato con grande attenzione. Si tratta di un insetticida non selettivo, che può uccidere anche insetti utili come le api.
Bio trappole. Un buon sistema di difesa del frutteto dai lepidotteri è la cattura massiva tramite trappole biologiche. Il sistema è molto semplice e sfrutta delle semplici bottiglie d’acqua, su cui si fissa uno speciale tappo che consente l’ingresso dell’insetto ma ne impedisce l’uscita. Questi tappi di colore giallo sono prodotti da Tap Trap e sono una risorsa preziosa per il frutteto biologico. Per catturare la tignola del melograno bisogna mettere un’esca nella bottiglia composta da 0,125 litri di vino con 0,375 l di acqua, cui si aggiunge un cucchiaio di zucchero, qualche chiodo di garofano e cannella. Per catturare la tignola bisogna appendere la trappola all’albero di melograno a partire dal mese di aprile, l’esca inizia ad attirare i lepidotteri dopo due settimane.
La coltura del melograno
Il melograno è una pianta molto interessante, i suoi frutti sono richiesti in particolare per le proprietà benefiche che hanno per l’organismo. Oltre a difendere l’albero dalla tignola vediamo qualche altro consiglio utile alla sua coltura biologica:
Le nottue nel frutteto
Le nottue sono quelle farfalline notturne della famiglia dei lepidotteri che spesso incontriamo nel frutteto. Alcune varietà come la virachola isocrates sono nocive per gli alberi perché depongono le uova sulle foglie e hanno larve fitofaghe che si nutrono di frutti e germogli, rovinando il raccolto.
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Complimenti spiegazione semplice alla portata di tutti.
Con l’occasione approfitto per chiedervi quest’anno il mio melograno ha portato tanti fiori ma sono cascati tutti tranne una decina cosa è successo e come mi posso difendermi per gli altri anni.
Ciao Raffaele, posso solo fare delle ipotesi, non conoscendo le condizioni di coltivazione del tuo melograno. I fiori cadono quando la pianta patisce condizioni avverse (clima, poca o troppa acqua, attacchi di insetti, malattie), devi capire la causa. Inoltre controllare che avvenga l’impollinazione. Se invece hai una pianta giovane non devi preoccuparti, ma solo aver pazienza che si sviluppi, i primi anni non produce molto.
Ho problemi di larve che bucano il fusto. Puoi aiutarmi Grazie. 50 -60 piante colpiti
Ciao Raffaele, per prima cosa dovresti identificare le larve che hai. Rodilegno? Hai già provato qualche trattamento? Purtroppo aiutare a distanza senza sapere molto del problema non è facile.
Salve,ho svariate piante di melograno che mi regalano tanti frutti. A causa di parassiti bucano la corteccia facendoli marcire nel frutto si incontrano vermi con una corteccia durissima che non saprei classificare, quali i rimedi? Grazie per la risposta!
Ciao Francesco, penso che il verme che citi se attacca il frutto potrebbe essere una tignola qui descritta. Senza vederlo ovviamente impossibile identificarlo. Se si tratta di tignola i rimedi puoi leggerli su questo stesso articolo.
Ma se c’è una piccola parte marcia si butta tutto il frutto? Grazie
Certo che no, si butta solo la parte marcia del melograno.