La tignola orientale, detta anche cidia, dal suo nome scientifico cydia molesta, è un insetto che può arrecare parecchi danni al frutteto.
Nonostante venga chiamata tignola o cidia del pesco attacca diverse piante, prevalentemente nella famiglia delle drupacee, oltre al pesco anche albicocco, ciliegio e mandorlo, e delle pomacee, come melo e pero. Si tratta di una falena, stretta parente della carpocapsa, altro grande nemico degli alberi da frutta.
La diffusione in Italia di questo lepidottero di origine asiatica è relativamente recente, risale ai primi decenni del 1900. Nel nostro paese questo insetto fitofago ha subito trovato un ambiente favorevole danneggiando molte coltivazioni.
Vediamo di seguito come riconoscere gli attacchi di questo insetto e porre rimedio utilizzando metodi naturali.
Riconoscere la tignola orientale e i suoi danni
Chi vuole coltivare il frutteto con metodi naturali, come prescritto in agricoltura biologica, deve saper intervenire appena si verifica la presenza dell’insetto. Se la minaccia viene contrastata subito la si può arginare senza usare veleni, se invece si lascia a questo lepidottero il tempo di moltiplicarsi e proliferare poi diventa difficile tenergli testa e si può arrivare a perdere il raccolto.
Aspetto dell’insetto
La cidia del pesco, come tutti i lepidotteri, si può incontrare in due forme: la larva e la farfalla adulta. La larva è un bruco di colore ocra, lungo circa un centimetro. La farfalla invece è un esemplare di colore grigio bruno, con apertura alare di circa 1,5 centimetri.
Danni portati dalla cidia del pesco
Ad attaccare le piante da frutto sono le larve che possono danneggiare i frutti in fase di maturazione, compromettendo il raccolto, oppure il germoglio provocandone il disseccamento.
Danni ai germogli. La prima generazione di larve di tignola orientale del pesco aggredisce i germogli della pianta scavando gallerie al suo interno, questo provoca la distruzione del germoglio che si secca. Il danno al germoglio è particolarmente grave quando la cidia attacca piante giovani.
Danni ai frutti. Le successive generazioni di cydia molesta trovano i frutti in fase di maturazione sull’albero e spesso li attaccano scavando gallerie nella polpa. La larva entra quasi sempre nel frutto dalla zona del peduncolo, arrivando dal ramo e questo può provocare la cascola del frutto. Ad ogni modo i frutti mangiati dalla tignola sono destinati a marcire per via della lesione provocata dal tunnel scavato.
Abitudini e ciclo vitale del lepidottero
Le farfalle di cidia molesta si accoppiano durante la notte e depongono le uova sulle foglie della pianta. Questo insetto può fare fino a cinque generazioni all’anno. Il numero di uova deposte è variabile, la prima generazione di tignola orientale ne produce meno delle successive, per questo motivo è fondamentale un intervento tempestivo, che limiti il proliferare del lepidottero. I primi esemplari adulti si vedono volare ad aprile, la seconda generazione a giugno e da lì in poi le tignole estive e autunnali sono continuamente presenti fino all’autunno inoltrato quando si ritirano per svernare.
Lotta biologica alla cydia molesta
Per scelta non verranno presi in considerazione metodi vietati dall’agricoltura biologica: evitando prodotti chimici di sintesi si salvaguarda l’ambiente ma anche la salute di chi poi andrà a mangiare i frutti raccolti. Le indicazioni che seguono sono tutte quindi relative a come combattere la tignola orientale del pesco con metodi naturali.
Monitoraggio: trappole a feromoni
Per catturare gli adulti di cydia molesta si possono usare trappole a feromoni, si tratta di un metodo utilizzato soprattutto nei frutteti professionali, perché richiede una spesa e un’accortezza non sempre alla portata di chi coltiva qualche pianta nel giardino. I feromoni sono sostanze che vengono prodotte come messaggio chimico sessuale tra individui della stessa specie, usando feromoni riprodotti sinteticamente si possono attrarre gli insetti mashi nei periodi dell’accoppiamento. La trappola è utile in particolare per monitorare la presenza di lepidotteri allo scopo di programmare interventi tempestivi. Si possono usare anche per la cattura massiva degli individui di sesso maschile.
Insetticidi: bacillus thuringiensis e piretro
Il bacillus thuringiensis è un insetticida biologico utile per liberarsi dalle larve di lepidotteri: si tratta di un batterio che blocca l’apparato digerente delle larve, uccidendole per paralisi. Il prodotto è semplice da usare, agisce per contatto e non danneggia gli insetti pronubi o altri organismi utili, ha un periodo di carenza bassissimo (dopo due giorni dal trattamento si può raccogliere il frutto). Il difetto è che il bacillus non uccide l’adulto ma solo le giovani larve.
Il piretro è un insetticida naturale che agisce sempre per contatto, non è semplice da usare contro falene in volo come la cidia del pesco adulta. Può essere utile combinato al bacillus perché uccide anche insetti più sviluppati. occorre fare attenzione perché ha una sua tossicità, sebbene bassa rispetto ai prodotti non biologici. Uccide in modo non selettivo, colpendo anche api e altri insetti amici.
Bio trappole per la cattura
Con l’esca giusta si può attirare in trappola gli adulti di tignola del pesco e ridurre la popolazione, se la cattura avviene prima della riproduzione questo metodo può portare ottimi risultati. Per intrappolare i lepidotteri si può usare il tappo trappola Tap Trap, che si fissa agganciandolo ad una semplice bottiglia di plastica contenente esca. Queste trappole vanno appese ai rami degli alberi o nei pressi del frutteto.
L’esca per attrarre falene come la cydia molesta si realizza con 125 ml di vino, unito a 375 ml di acqua e addolcito con un cucchiaio di zucchero, un paio di chiodi di garofano e cannella. La mistura deve essere lasciata due settimane prima che sia pronta ad attrarre i parassiti.
Il bello di questa ricetta è che non attira solo la cydia del pesco ma anche la carpocapsa e in genere i lepidotteri, mentre gli insetti utili al frutteto non vengono catturati perché non attratti dalla soluzione zuccherina. Le biotrappole Tap Trap hanno un costo basso, visto che l’esca viene auto prodotta con ingredienti molto semplici e si riusano bottiglie di plastica standard, per questo consentono monitoraggio e cattura anche in piccoli frutteti familiari.
Altri lepidotteri nocivi
La tignola orientale non è l’unico insetto nocivo della famiglia dei lepidotteri. Meglio imparare a conoscere anche le altre falene che possono rovinare gli alberi da frutto.
Gli insetti del pesco
La pianta del pesco è molto soggetta a parassiti e malattie. Oltre alla cidia molesta il pesco è spesso attaccato da afidi, cocciniglia bianca e mosca della frutta e l’anarsia. Quest’ultimo è un lepidottero simile alla tignola.
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