L’albicocco (Prunus Armeniaca) è un albero che allo stato selvatico può raggiungere anche gli 8 metri di altezza,  tuttavia coltivando viene tenuta sotto i 4 metri, per poter gestire la pianta con praticità.

A differenza di altre piante fruttifere, l’albicocco risente molto della potatura, come succede in generale per la famiglia delle drupacee e in particolare per il ciliegio. Per questo è essenziale conoscere bene tutte le caratteristiche e intervenire puntualmente tagliando solo il necessario, in modo da massimizzare la fertilità ed al contempo permettere una crescita equilibrata ed un buon ciclo vitale della pianta.

Per il benessere dell’albero inoltre è molto importante anche scegliere il periodo giusto in cui potare, in modo che il clima non favorisca problemi in corrispondenza dei tagli. Di seguito, indichiamo alcune linee guida generali per la potatura, tenendo conto delle peculiarità di ciascuna varietà e degli obiettivi che vogliamo raggiungere con questo lavoro.

potatura dell'albicocco

Una potatura rispettosa

È molto importante ribadire che l’albicocco risente molto della potatura, più di altri alberi da frutto. Questa pianta tende a emettere gommosi e può subire batteriosi nelle parti in cui vengono recisi i rami, generando patologie gravi come il cancro rameale.

La potatura quindi deve esser fatta con cautela e consapevolezza, evitando i tagli troppo severi, intervenendo nel periodo giusto e focalizzandosi soprattutto nell’eliminare i rami in concorrenza, mirando ad una crescita equilibrata. Come vedremo riveste estrema importanza la potatura fatta nella fase di post- raccolta, generalmente effettuata nel mese di settembre.

Questa problematica nel potare è tipica, oltre che dell’albicocco, di altre pianta drupacee, le stesse accortezze ad esempio le osserviamo anche potando il ciliegio.

L’albicocco: le caratteristiche della pianta

gemme albicoccoPrima di cominciare a parlar di potatura è utile un rapido focus sulle caratteristiche generali dell’albero. Per intervenire consapevolmente occorre conoscere le debolezze dell’albero, imparare a distinguere i suoi rami e le sue gemme. Non avrebbe senso dar consigli di potatura in pillole senza questa introduzione, potare senza conoscere l’albero sarebbe come fare un’operazione chirurgica senza nozioni di anatomia.

L’albicocco è una drupacea che ha gemme differenziate. Le sue varietà sono autofertili e non necessitano di altri esemplari nelle vicinanze per dare frutti. La fruttificazione avviene generalmente dopo due o tre anni dalla piantumazione ed i suoi frutti maturano da giugno ad agosto, a seconda della tipologia. La pianta soffre molto il freddo e gelate tardive possono aver conseguenze disastrose sul raccolto, provocando la cascola dei fiori.

Le forme di allevamento

L’albicocco viene coltivato in due modi principali:

  • Albicocco a vaso libero: una forma in volume, molto bassa e adatta alla coltivazione biologica, anche amatoriale. Il vaso permette alla pianta di avere luce ed aria dall’alto ed avere le branche ben esposte. In tal senso all’albicocco verrà educato con una forma ad imbuto, aperta al centro, strutturata da un tronco che ad un certo punto si dirama in tre o cinque branche primarie e qualche branca secondaria.
  • Albicocco a palmetta: una forma che permette all’albicocco una certa autonomia di crescita, anche se richiede pali e fili a sostenere la pianta. Lo scheletro della forma a palmetta, consta di un asse centrale con tre o quattro branche primarie, dalle quali si dipartono i rami produttivi. Si usa soprattutto nella frutticoltura professionale.

Durante i primi quattro anni di vita, lo scopo della potatura è quello di delineare la forma della chioma e rimuovere i rami che impediscono il vigore della pianta. Si parla di potatura di allevamento e conviene impararla leggendo articoli specifici:

La potatura di cui tratteremo in questa guida invece sarà quella di produzione, che si effettua sull’albero adulto ben strutturato.

I rami dell’albicocco

Conoscere i vari tipi di ramo è fondamentale: saperli identificare significa poter anche in inverno prevedere dove l’albero andrà a fruttificare ed operare quindi una selezione corretta in fase di potatura. I tipi di ramo principali dell’albicocco sono gli stessi del pesco: brindilli, dardi o “mazzetto di maggio” e rami misti.

  • Brindillo: si tratta del principale ramo fruttifero di molte varietà di albicocco, è un ramo lungo e sottile, con gemma apicale a legno e gemme fruttifere lungo il ramo.
  • Dardo o “mazzetto di maggio”: si tratta di un rametto corto, di circa 5-6 cm fornito di numerose gemme a frutto. I “mazzetti di maggio” sono gemme a legno circondate da gemme fruttifere che creano l’effetto visivo di un mazzo di fiori e sono tipici delle drupacee.
  • Rami misti: si tratta di formazioni lunghe circa 40 o 50 cm, dotati sia di gemme a legno, che di gemme a fiore.

Oltre a questi rami ci sono succhioni e polloni, improduttivi e piuttosto semplici da riconoscere. Sono formazioni da eliminare appena possibile perché sottraggono risorse alla pianta.

Conosci già i tipi di ramo delle piante da frutto? Vale la pena prima di potare approfondire questo argomento.

albicocco in primavera

Quando potare l’albicocco

Il giusto periodo di potatura è davvero importante in una pianta delicata come l’albicocco.

A parte la potatura di formazione, volta a conferire una particolare forma alla pianta, la potatura dell’albicocco dev’essere effettuata a settembre dopo la fase di produzione oppure a febbraio (potatura secca), quando la pianta è ancora in riposo vegetativo.

Rispetto ad altre piante come melo o pero la potatura dell’albicocco deve evitare i mesi più freddi, tra dicembre e l’inizio di febbraio, quando il clima accentuerebbe i danni provocati dai tagli. Per questo volendo tagliare a febbraio la potatura deve essere effettuata giusto prima dello schiudersi delle gemme e dell’inizio della nuova fase di attività che si apre con la primavera.

Lo scopo della potatura invernale è quello di eliminare rami lignificati della pianta, mentre la potatura verde è quella in cui si tolgono i già citati succhioni e polloni appena nati.

La potatura verde non va necessariamente fatta come per le altre piante a primavera, soprattutto se il tempo è umido e freddo, perché a differenza delle altre piante fruttifere, l’albicocco ha difficoltà a cicatrizzarsi ed è predisposto a sviluppare la gommosi che può portare anche alla morte della pianta. Bisogna quindi valutare il clima per capire se è il caso aspettare l’estate.

Oltre alle potature dei rami è utile in molti casi intervenire dopo la fioritura nel diradare i frutticini, tipico lavoro estivo, per evitare eccessi di produzione, che sono sempre a scapito di pezzatura e qualità delle albicocche. Inoltre in questo modo si regolarizza la produzione negli anni, evitando il fenomeno dell’alternanza tra un anno e l’altro.

Le torsioni per ridurre la potatura

Visto che i tagli sono da limitare a volte risulta conveniente variare la direzione di rami che puntano al centro della pianta effettuando delle torsioni, perché volgano invece all’esterno, aumentando l’areazione nella chioma.

Questo lavoro si effettua a maggio. Un’ottima tecnica è quella di piegare i rami a 90 gradi rispetto al ramo principale: questa torsione può esser fatta a mano, aiutandosi con un cordino ancorato ad un picchetto a terra. Queste manovre possono creare delle piccole lesioni vasali che però cicatrizzeranno senza produrre gomma, dato anche il clima più mite. Durante la procedura di torsione, se la base del ramo si spezza, questo dovrà essere reciso.

Come fare la potatura di produzione

Dal terzo anno di età, le piante di albicocco avranno bisogno di interventi destinati a mantenere la forma originaria e a promuovere lo sviluppo dei frutti. Si tratta di un lavoro che si svolge a cadenza annuale.

Non è possibile dare indicazioni univoche, valide per tutte le piante di albicocco, perché le diverse varietà possono aver differenti caratteristiche nel fruttificare e quindi non si pota sempre alla stessa maniera. Qui di seguito però proviamo ad individuare alcuni criteri generali.

Come e quanto tagliare

Per preservare al massimo la vita dell’albicocco, bisogna evitare i tagli severi soprattutto quando la pianta ha una certa età ed è più soggetta alle malattie. Per ovviare in parte a questo problema si può applicare il mastice sulle ferite per aiutare la pianta a cicatrizzare, bisogna farlo subito dopo il taglio.

Ogni taglio si effettua sopra la gemma, deve essere una cesura netta e pulita, con inclinazione 45 gradi. Un taglio dritto può far da raccolta acqua e rivelarsi pericoloso per la salute dell’albero.

La potatura di pulizia

La potatura viene fatta anche per l’igiene della pianta, rimuovendo tutti i residui di rami secchi perché sappiamo che meno ne abbiamo, minore sarà la possibilità di attacco da parte di parassiti all’albicocco come funghi e muffe. Procediamo quindi togliendo tutto il secco ed eventuali parti rotte o malate.

I rami che crescono troppo in verticale devono essere rimossi. Anche i rami troppo bassi, che potrebbero portare la produzione al suolo, vanno rimossi preservando la forma di allevamento scelta. Eliminiamo come sempre succhioni e polloni.

rami di albicocco

Su quali rami intervenire per favorire la produzione

Arriviamo all’argomento più difficile, in particolare quello che in modo maggiore dipende dalla varietà di albicocco impiantata e anche dall’età della pianta.

La potatura di produzione che richiede l’albicocco è essenzialmente volta a liberare la chioma, favorendo un circolo d’aria e l’illuminazione, importante anche per prevenire malattie. In ogni caso si interviene tagliando il ramo fruttifero per rimuoverlo, non per ridurlo. A questo sfoltimento si associa una selezione positiva per l’equilibrio tra produzione e vegetazione.

Nello sfoltire possiamo intervenire sfoltendo i rami misti, se sono troppo concentrati, in alcune varietà meglio evitare di tagliare i brindilli, pena la perdita di produzione fruttifera e l’aumento di quella vegetativa. I brindilli possono essere fitti di gemme da frutto, tanto da far piegare il ramo con il rischio di spezzarlo, soprattutto quando la pianta è molto giovane. In tal caso si consiglia di fare una selezione. Un’altra modalità è quella di piegare i rami utilizzando un cordino. In questo modo la linfa che scorre dalla base verso la sommità della pianta viene ad essere rallentata perché spingendo il ramo verso il basso e la pianta sarà costretta a differenziare.

Altro obiettivo è di rinnovare le branchette che portano i rami fruttiferi. I frutti migliori in genere derivano da dardi giovani, che vanno salvaguardati. A questo scopo le branche piccole che portano dardi fioriferi vanno raccorciate con tagli di ritorno. Il taglio di ritorno si applica solo su branche e non su rami fruttiferi.

Sai cosa vuol dire “taglio di ritorno”? Niente paura, è semplicissimo, ho scritto un articolo per spiegarlo in parole povere.

In una pianta come l’albicocco si deve considerare la circolazione della linfa all’interno della pianta, che scorre nei rami meglio

A maggio si possono fare delle torsioni dei rami portandoli dal centro verso il lato, per aumentare lo spazio e l’areazione nella chioma. Un’ottima tecnica è quella di piegare i rami a 90 gradi rispetto al ramo principale: questa torsione può esser fatta a mano, o aiutandosi con un cordino ancorato ad un picchetto a terra. Queste manovre possono creare delle piccole lesioni vasali che però cicatrizzeranno senza produrre gomma, dato anche il clima più mite. Durante la procedura di torsione, se la base del ramo si spezza, questo dovrà essere reciso.

Gli strumenti per una buona potatura

Usare attrezzi di qualità è un must in qualsiasi lavoro di potatura effettuato nel frutteto. Considerata la delicatezza della pianta e la sua predisposizione alle infezioni questa regola è doppiamente importante. Per la potatura dell’albicocco è bene utilizzare delle cesoie a doppia lama che permettono un taglio netto e pulito. Il taglio su due lati implica anche un minor schiacciamento del ramo, evitando di spremere la linfa, che già tende ad uscire.

Per i rami più grossi, ci si può avvalere di un seghetto professionale, facendo attenzione che la lama sia sempre ben affilata per evitare tagli imprecisi.

Sai scegliere gli attrezzi giusti? Ho scritto un focus dedicato agli strumenti indispensabili per potare.

In ogni caso, è fondamentale disinfettare gli attrezzi utilizzati, soprattutto se abbiamo il sospetto di infezioni o di altre malattie in corso nelle piante.

Il già citato mastice può essere utile per chiudere i tagli ed evitare fuori uscite di gomma troppo importanti, prima che il legno riesca a cicatrizzare.

Articolo di Matteo Cereda ed Elina Sindoni

L’albero di albicocche

La potatura è un’operazione importante per mantenere sana e produttiva la pianta, ma oltre a questo lavoro ci sono molte altre accortezze necessarie a una buona salute dell’albicocco. Scopriremo su Frutteto Biologico passo dopo passo come coltivare al meglio quest’albero in un contesto di metodo bio.

Attrezzi di qualità

Quando si taglia un albero delicato come l’albicocco è importante scegliere attrezzi buoni. Può essere utile esplorare la guida di Frutteto Biologico sulla scelta dell’attrezzo giusto.

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