Il melo è una delle piante da frutto più diffuse, sopporta bene le potature, che sono molto importanti per avere una produzione regolare e ottenere frutti di buona pezzatura.
Con una buona potatura tutti gli anni possiamo mantenere la pianta ordinata, regolandone la dimensione perché sia comoda da gestire e mantenendo la forma di allevamento scelta.
Scopriamo come e quando intervenire per prenderci cura di questa pianta in modo adeguato, preservandone la salute.
Conoscere il melo
Il melo (Malus domestica) è una pianta della famiglia delle pomacee.
Per poter potare correttamente è importante saper conoscere gemme e rami di questa pianta.
Gemme del melo
Il melo ha sui suoi rami:
- Gemme a legno (producono foglie)
- Gemme miste (producono fiori e foglie)
Le gemme a frutto nelle pomacee sono sempre miste (producono anche foglie) e si localizzano all’apice del ramo. Teniamone conto in potatura: se si esegue un raccorciamento si elimina la parte produttiva del ramo, per cui meglio evitare questo tipo di taglio.
Rami del melo
Ecco i rami che possiamo trovare sul melo
- Brindillo. Ramo di lunghezza 20/30 cm, provvisto di gemma apicale mista, quindi fruttifera. Ha gemme a legno laterali, fiorisce solo all’apice.
- Dardo. Ramo misto da 10 cm circa, con gemme sia a fiore che a legno.
- Lamburde. Rametto molto corto, intorno ai 5 cm, la lamburda termina con una gemma a fiore, da cui nascono più frutti. Il melo fruttifica prevalentemente sulle lamburde, quindi potando bisogna tenerle in considerazione.
- Borsa. Da una lamburda dell’anno precedente si crea un rigonfiamento (accumulo di sostanze nutritive) da cui nasce poi una nuova lamburda.
- Zampa di gallo. Da più lamburde nate su una borsa nel giro di qualche anno si forma la “zampa di gallo”. Non va lasciata crescere troppo (si rischia di disperdere le energie e avere frutti di piccola pezzatura). Dopo qualche anno meglio tagliare tornando a una lamburda.
- Succhione. Ramo vigoroso ma improduttivo, spesso verticale, con solo gemme a legno. I succhioni del melo vanno tagliati alla base, perché la pianta possa concentrarsi sulle parti fruttifere. Può essere utile lasciarne qualcuno come “tira linfa”.
- Pollone. Ramo verticale che nasce al piede della pianta.
Per il significato dei termini tecnici si può leggere il glossario dei rami del frutteto.
Periodo di potatura
Il melo deve essere potato durante l’inverno, approfittando della fase di riposo vegetativo dell’albero.
Il momento migliore è la fine dell’inverno, in genere si pota nel mese di febbraio, evitando di sottoporre tagli freschi alla maggior parte delle gelate.
A differenza di altre piante come pesco e ciliegio, il melo sopporta bene le potature. Si può quindi anche scegliere di potare in gennaio.
In particolare chi ha un meleto di grandi dimensioni deve anticipare i lavori, per riuscire a fare tutte le piante prima che il melo inizi a schiudere le gemme con l’arrivo della primavera.
La potatura verde e il diradamento dei frutti
In inverno si effettua la potatura annuale di produzione, in cui si fanno i tagli a legno importanti.
Possiamo poi fare piccoli interventi di potatura estiva, volti alla rimozione di polloni e succhioni. Chiamiamo questo lavoro potatura verde.
Un’altra operazione estiva che possiamo considerare in un certo senso potatura, è il diradamento dei fruttini, molto importante per garantire una buona pezzatura e qualità dei frutti.
Come fare la potatura di produzione del melo
La potatura invernale del melo ha diversi scopi, primo tra tutti stimolare la produzione di frutti. Prima di iniziare a tagliare bisogna aver ben chiaro i criteri guida che indirizzeranno il nostro lavoro di taglio.
- Mantenere le dimensioni dell’albero. Una prima funzione della potatura sta nel regolare le dimensioni. Le piante da frutto si gestiscono più comodamente se tenute ad altezza d’uomo. Per abbassare l’albero e contenerlo è utile utilizzare tagli di ritorno.
- Mantenere la forma di allevamento scelta. Il melo generalmente si alleva a vaso in contesti hobbistici, oppure a fusetto o spalliera nei frutteti da reddito. La potatura deve sempre partire dal mantenimento della forma scelta. Ad esempio questo si effettua tagliando i rami bassi e svuotando l’interno del vaso.
- Mantenere una buona struttura, individuando la punta (cima) di ogni branca e via via scendendo allargando le branchette.
- Eliminazione delle parti non produttive. I succhioni che troviamo sul dorso delle branche e i polloni che partono dalla sua base sono parti di pianta che è utile rimuovere. Questo possiamo farlo non solo in inverno ma anche nel periodo vegetativo tra primavera ed estate (operazione di potatura verde).
- Eliminazione rami secchi o danneggiati. I rami rotti, secchi o con vistose problematiche di patogeni vanno rimossi, per tenere la chioma sana e ordinata.
- Selezionare rami piuttosto che raccorciare. Il melo fruttifica sull’apice dei rami, tagli di raccorciamento avrebbero l’effetto di rimuovere le gemme fruttifere. Per questo si evitano, privilegiando il taglio alla base, che elimina l’intero ramo, oppure il taglio di ritorno.
- Sfoltire la chioma. I rami troppo fitti ed intricati, quelli che tendono a incrociarsi e quelli a portamento verticale vanno eliminati. La chioma deve essere ordinata per permettere il passaggio di luce e aria al suo interno, in questo modo si agevola la maturazione e si prevengono le malattie del melo. Nell’allevamento a vaso si parla di “svuotare il vaso”.
- È bene rinnovare i rami a frutto, (rami misti, brindilli, borse e zampe di gallo) altrimenti i percorsi della linfa vanno a scoraggiare la produzione. In particolare le zampe di gallo vanno rinnovate per tornare a lamburde giovani.
Quanto tagliare
Il melo non necessita in genere interventi di particolare entità, la pianta invecchia lentamente e quindi se si pota regolarmente si può effettuare un taglio moderato, senza doverne rinnovare forzatamente grosse parti.
Tuttavia il melo sopporta bene anche tagli di grossa dimensione, se ci troviamo a effettuare una potatura di riforma possiamo eliminare branche con meno timore che in altre piante più delicate.
Una buona potatura verde nei mesi di aprile e maggio ci permette di potare meno durante l’inverno, togliendo succhioni prima che si sviluppino eccessivamente.
La piegatura dei rami
Il melo è una pianta che si presta bene alle piegature.
Possiamo legare alcuni rami per dare un’inclinazione verso il basso e condizionare lo sviluppo, questo è positivo perché toglie vigoria alla vegetazione, direzionando maggiormente l’energia verso la produzione di frutti.
La legatura ci aiuta anche a tenere impostata la pianta perché sia aperta e perché produca in basso.
Quali attrezzi da potatura servono
Per effettuare la potatura del melo è importante avere delle cesoie di buona qualità, pulite e affilate. Se si pota regolarmente la maggior parte dei tagli saranno da fare con le forbici. Per chi pota a livello professionale o comunque in un frutteto di buone dimensioni, è utilissima la forbice a batteria, dove il motore evita l’affaticamento della mano.
Il troncarami serve a tagli un po’ più grandi, grazie all’effetto leva praticato coi manici, mentre per tagli medi e medio grandi è utile il segaccio.
Possiamo impiegare uno svettatoio per gestire i rami alti, evitando di utilizzare la scala.
Il melo: altre letture
Coltivare un albero da frutto non è solo potatura, su Frutteto Biologico ci sono tanti consigli sulla gestione del meleto.
Il momento giusto
Quando si pota si possono fare danni se si agisce senza consapevolezza. In particolare bisogna effettuare i tagli al momento giusto, sia per non danneggiare un’attività vegetativa in corso, sia per evitare che climi avversi danneggino la pianta in corrispondenza dei tagli effettuati.
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ciao Mario, leggi il post su come difendersi dalla carpocapsa.