La rogna dell’ulivo è una malattia abbastanza frequente nell’oliveto ed è molto caratterizzata, infatti tra le malattie dell’olivo è una delle più semplici da riconoscere. Si formano sui rami dei bozzi screpolati che diventano decisamente evidenti, difficile sbagliare se li vedete sui vostri alberi.

Questo problema è di natura batterica, anche se viene veicolato spesso da un insetto, la mosca dell’olivo.

Vediamo di seguito come intervenire per contenere questa malattia della pianta di olivo e provare a risolverla senza usare prodotti chimici ma solo metodi consentiti in agricoltura biologica e soprattutto come effettuare una prevenzione efficace che eviti ogni problema all’oliveto.

ramo colpito da rogna

Sintomi e danni della malattia

Come visto nell’introduzione la rogna dell’olivo si caratterizza per dei bozzi tumorali che si vanno a formare sui rami della pianta e possono raggiungere anche dimensioni molto vistose. Sporadicamente si manifesta anche sulle foglie. Il problema maggiore è quando la rogna intacca il tronco principale dell’albero.

Riconoscere la rogna

Se si notano quindi dei bozzi o rigonfiamenti anomali nei rami, caratterizzati da ruvidità e screpolature bisogna allarmarsi, in modo da non far diffondere ulteriormente il batterio. In agricoltura biologica è fondamentale l’intervento tempestivo, che può salvare l’oliveto senza usare chimica.

Danni portati all’albero

La rogna indebolisce la pianta e può anche causare il disseccamento dei rami, con conseguente riduzione della produttività dell’olivo. Pur non essendo una delle peggiori malattie dell’uliveto è comunque un danno, per cui è importante non permettere all’infezione di proliferare e diffondersi da una pianta all’altra e da un ramo all’altro.

rogna dell'olivo

Le cause della rogna

La rogna dell’ulivo è causata dallo Pseudomonas savastanoi un batterio che approfitta di lesioni sulla corteccia della pianta per attaccare i rami.

A favorire l’azione del batterio sono diverse condizioni, dal punto di vista climatico il problema si verifica generalmente in contesti umidi e con temperature miti, mentre il freddo limita gli attacchi.

La malattia si scatena quando trova una ferita della pianta, che sia nella corteccia, sulle olive o sulle foglie. Le possibili cause di danno alla corteccia sono:

  • Tagli dovuti all’intervento dell’uomo (potatura, rami strappati inavvertitamente, in particolare durante la raccolta).
  • Azione di insetti, in particolare la mosca olearia (Bactrocera oleae) che buca l’oliva ed è spesso vettore di rogna.
  • Eventi atmosferici. Rami spezzati dal vento, grandine sui frutti, gelate.

Come si previene

Per evitare il verificarsi di questa batteriosi bisogna ridurre le lesioni alla pianta. In particolare conviene contrastare la mosca dell’olivo, che è uno dei principali vettori del batterio.

Altra causa importante di propagazione del batterio sono gli attrezzi da potatura. E’ importante disinfettare spesso gli attrezzi, anche durante il lavoro passando da una pianta all’altra. Si devono usare strumenti bene affilati che praticano tagli netti e puliti, evitando sempre di strappare la corteccia.

La poltiglia bordolese e l’ossicloruro di rame sono prodotti consentiti in agricoltura biologica che possono aiutare a proteggere la pianta, ma avendo comunque una tossicità meglio evitare di usarli nell’ottica di una coltura più naturale.

Come si interviene

Questa malattia non ha cure naturali per le parti malate, ovvero i rami con i tipici bozzi causati dal batterio, la difesa in agricoltura biologica si basa sulla rimozione dei rami infetti e delle cause scatenanti, in particolare colpendo la mosca.

Contenere l’infezione

Quando si riscontra un ulivo malato per rogna la prima cosa da fare è tagliare i rami colpiti, eliminandoli immediatamente (l’ideale è bruciarli). In questo modo si evita che la malattia si propaghi infettando altre piante o altri rami dell’albero.

Un intervento tempestivo è molto utile a circoscrivere il problema, bisogna sempre poi disinfettare accuratamente gli attrezzi usati per tagliare e i tagli effettuati.

Combattere la mosca dell’olivo

Sempre nell’ottica di combattere la rogna dell’olivo in corso bisogna contrastare la mosca olearia che può trasmettere la batteriosi rapidamente da una pianta all’altra. A questo scopo è molto utile inserire trappole che catturino l’insetto.

Altro sull’olivo

La rogna dell’ulivo è una malattia che si può affrontare anche senza trattamenti chimici, per gestire un oliveto biologico nel migliore dei modi ci sono tanti altri consigli utili.

Batteriosi degli alberi

Come per essere umano e animale anche l’albero può essere aggredito dai batteri. Le malattie dovute a batteriosi si trasmettono facilmente tramite gli attrezzi da potatura e si diffondono in particolare quando si lesiona la corteccia della pianta.

14 commenti
  1. Roberto
    Roberto dice:

    Un problema molto fastidioso. Può durare anni passando da un ramo all’altro. Meglio evitare di raccogliere con l’abbacchiatore che scuote la pianta, può lesionare e diffondere la rogna.

    Rispondi
  2. Emilio bartolini
    Emilio bartolini dice:

    L’articolo dice aldilà della prevenzione per la mosca i disinfettare gli attrezzi che ci sono tanti altri rimedi per prevenire la rogna dell’Ulivo ma non dice quali vorrei saperlo.

    Rispondi
    • Matteo Cereda
      Matteo Cereda dice:

      Si possono fare trattamenti con poltiglia bordolese o ossicloruro di rame, come spiegato nel testo. Resta il fatto che non si guarisce la malattia ma la si contiene: le parti infette vanno eliminate.

      Rispondi
    • Matteo Cereda
      Matteo Cereda dice:

      Ciao Federico, le dosi dipendono dal prodotto che utilizzi, conviene tu faccia riferimento al produttore. Il numero di trattamenti dipende invece dalle condizioni (ad esempio se lo fai a titolo preventivo o se hai in corso un’infezione da contenere). In genere il trattamento contro la rogna si ripete dopo una settimana.

      Rispondi
    • Matteo Cereda
      Matteo Cereda dice:

      Le parti di pianta malate vanno sempre tolte, in qualsiasi periodo, il prima possibile. Altrimenti si rischia la diffusione della malattia. Dopo aver tolto i rami vanno bruciati, gli attrezzi usati disinfettati.

      Rispondi
      • danilo rampini
        danilo rampini dice:

        Buonasera ho letto che dei ricercatori utilizzando l’estratto di henne (Lawsonia inermis) ed addizionato ad altre sostanze riesce a scofiggere le parti malate della pianta e ad eliminare il batterio responsabile della rogna. Questo tipo di prodotto è gia stato messo in commercio?
        Grazie

        Rispondi
        • Matteo Cereda
          Matteo Cereda dice:

          Buongiorno Danilo, non sapevo nulla dell’uso dell hennè in questo senso, per cui non so risponderti. Ti ringrazio però dell’interessante spunto di segnalazione che è certamente interessante approfondire.

          Rispondi
          • Giancarlo
            Giancarlo dice:

            Sto’ sperimentando da circa un anno acqua ed aceto in parti uguali su un giovane olivo colpito dalla rogna ,e sembra che qualche risultato si ottenga , stesso trattamento per la bolla del pesco con aceto ridotto,spero di essere stato utile un saluto

          • Matteo Cereda
            Matteo Cereda dice:

            Ciao Giancarlo, conoscevo l’uso dell’aceto contro l’oidio, interessante sulla bolla e sulla rogna… Da sperimentare. Grazie della dritta.

          • Matteo Cereda
            Matteo Cereda dice:

            Mi spiace, come spiegavo a un altro utente non ho esperienza nell’uso dell’Hennè per curare la rogna. Ho letto che sono in corso sperimentazioni ma non mi azzardo a dare indicazioni in merito.

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